4.2 – I costruttori di automazione
4.2.1 - Introduzione
La storia dell’evoluzione di una tecnologia si lega a doppio filo alla storia dell’associazione che la rappresenta e che spesso è alla base del suo sviluppo, nello sforzo di adeguarla alla realtà dei nuovi mercati. Andremo quindi a ricostruire e ad illustrare gli sviluppi del settore relativo ai sistemi di automazione industriale raccontando la storia della principale associazione industriale italiana di riferimento per le aziende di tale settore,
vale a dire ANIE Automazione. “La volontà di tutelare in ogni campo gli interessi di carattere generale e collettivo delle imprese associate; di collaborare e contribuire con ogni mezzo allo studio e alla risoluzione di problemi concernenti l’industria elettrotecnica; di promuovere e favorire accordi di interesse comune fra le associate o fra di esse e altri enti”.
Questi gli obiettivi con cui nel 1945 è stata costituita l’Associazione Nazionale Industrie Elettrotecniche; obiettivi che si ritrovano ancora oggi nello Statuto della Federazione Nazionale delle Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche e sono alla base delle attività di ANIE Automazione, una delle 11 associazioni di ANIE, e riferimento italiano per le aziende operanti nei settori dell’automazione di fabbrica, di processo e delle reti di pubblica utilità.
Si tratta di obiettivi fondamentali, come fondamentale a volte è il contributo che l’associazione industriale può dare allo sviluppo di una nuova tecnologia grazie alle attività di comunicazione, di diffusione della cultura tecnico-scientifica e di monitoraggio del mercato sviluppate grazie al contributo delle aziende del comparto rappresentato.
Dall’elettrotecnica al Cim
In campo industriale il termine “Automazione” viene usato per indicare un insieme di attività volte a ridurre il costo della produzione e dell’esercizio. Già nei primi anni del dopo-guerra, in collegamento con la fase della ricostruzione postbellica, ci furono iniziative industriali riconducibili all’automazione, ma è a partire dagli anni ’50 che si diffonde la consapevolezza dell’esistenza di una nuova disciplina tecnico-scientifica destinata ad importanti sviluppi. In quegli anni le aziende elettrotecniche operavano in settori in cui i processi di unificazione e, ancor più, di normazione giocavano un ruolo importante e nei quali le decisioni pubbliche nazionali ed internazionali avevano ripercussioni immediate
e profonde non solo in tema di normative sulla sicurezza dei prodotti posti sul
mercato, ma anche e soprattutto in merito agli sviluppi di settori strategici quali quello dell’energia elettrica, dei trasporti pubblici e delle telecomunicazioni che rappresentavano i mercati naturali di sbocco di molti produttori elettrotecnici.
Le aziende si trovavano quindi nella necessità di disporre di un’associazione di rappresentanza che fosse in grado di agire con competenza ed immediatezza nel farsi del processo di normazione e unificazione e allo stesso tempo fosse in grado di dialogare con le istituzioni pubbliche cui era demandato il compito di regolare i mercati di riferimento.
Nacque così, il 29 agosto 1945 a Milano l’Associazione Nazionale Industrie
Elettrotecniche che vide tra i suoi fondatori i rappresentanti di alcune grandi industrie elettromeccaniche italiane (Ercole Marelli, Tecnomasio Italiana Brown Boveri ecc.) alle quali si deve la prima offerta di produzione italiana di apparati e sistemi elettrici per il controllo dei processi continui che venivano installati nella rinascente industria e che ben si prestavano all’introduzione di sistemi di regolazione automatica.
Nel corso degli anni ’60 prese avvio la graduale affermazione dell’elettronica dovuta soprattutto alla progressiva incorporazione in molti prodotti dell’industria meccanica, elettromeccanica ed elettrotecnica di componenti elettronici e della evoluzione tecnologica di questi stessi componenti. Il progresso delle tecnologie portò infatti ad una sempre maggiore specializzazione nel campo dell’elettronica di quelle aziende che operavano nei settori delle telecomunicazioni, della costruzione di apparecchi radio, TV, di sistemi di automazione e di strumentazione per il controllo di impianti e processi industriali, civili e militari. Tali trasformazioni tecnologiche non furono prive di conseguenze sulla struttura di ANIE: nel corso della riunione di Consiglio Direttivo dell’associazione del 26 giugno 1962, il Presidente, Piero Anfossi propose di cambiare il nome dell’associazione per mettere in evidenza proprio la rappresentanza del settore elettronico.
L’acronimo dell’organizzazione non sarebbe stato modificato “allo scopo di eliminare ogni e qualsivoglia dubbio sulla competenza della nostra associazione che fin dall’origine riuniva le industrie elettrotecniche nel senso più completo e più specifico della parola”, ma la denominazione sarebbe diventata Associazione Nazionale Industrie Elettrotecniche ed Elettroniche. Lo sviluppo dell’elettronica di potenza, la nascita dei PLC (Controllori Logici Programmabili) e, soprattutto, l’informatica contribuirono grandemente allo sviluppo dell’automazione moderna.
Dopo il controllo dei processi continui, l’automazione industriale trovò un importante campo di applicazione nella regolazione dei movimenti e nel controllo del posizionamento di utensili e pezzi in lavorazione nelle macchine utensili, per arrivare negli anni ’70 al concetto sintetizzato dalla sigla CIM – Computer Integrated Manufacturing – che si riferisce a una strategia basata su un modello di fabbrica composto da moduli produttivi comunicanti per mezzo di moduli informatici con l’obiettivo del coordinamento e dell’integrazione di tutti i processi finalizzati alla realizzazione dei prodotti (Fabbrica Automatica Integrata).
Da uno studio di ANIE risulta che nel 1974 il settore dell’elettronica nel suo complesso (telecomunicazioni, informatica, automazione, strumentazioni, sistemi ed elettronica di consumo), occupando circa 180.000 dipendenti, aveva raggiunto un fatturato di oltre 2.000 miliardi di lire, un valore che era pari a circa il 5% di quanto fatturava l’intera industria manifatturiera nazionale.
La fabbrica automatica
L’evoluzione tecnologica e gli sviluppi industriali citati portarono nel 1975 alla costituzione all’interno di ANIE del Gruppo 3° che raggruppava le aziende associate del settore “Automazione industriale e controllo di processi”; il Gruppo successivamente cambiò la propria denominazione in “Automazione e controllo della produzione e dei servizi”. Alla guida del Gruppo si alternarono negli anni Presidenti appartenenti ad importanti realtà industriali come Riccardo Viziale della CGE dal 1975 al 1977, Giorgio Tabusso di Landis & Gyr dal 1977 al 1981 e di nuovo dal 1991 al 1993, Gio Batta Clavarino di Asgen dal 1981 al 1983, Carlo Castellano sempre di Asgen dal 1983 al 1985, Attilio Skoff di Silectron dal 1985 al 1991, Sebastiano Ferraris di Elsag Bailey dal 1993 al 1995.
Nella fase più acuta dell’interesse verso la Fabbrica Automatica Integrata, il Gruppo 3° di ANIE sentì il bisogno di una fiera specialistica dedicata a questo tema. Da questa esigenza nacque AMS Europe, la fiera della Fabbrica Automatica, organizzata a Genova per la prima volta nel febbraio 1988 e successivamente nel febbraio 1989. L’iniziativa suscitò l’interesse (anche per merito della presentazione di un modello dimostrativo funzionante di fabbrica automatica) e l’esito delle manifestazioni fu positivo, per cui le altre associazioni industriali interessate allo stesso tema (UCIMU e Anima) chiesero di venire coinvolte. Confindustria promosse allora un accordo tra ANIE e queste associazioni – cui si aggiunsero ANASIN e Assinform – per la costituzione di un “Comitato Fabbrica Automatica” (15 dicembre 1988). Il CFA – Comitato Fabbrica Automatica – organizzò nel febbraio 1990 al posto di AMS la fiera AF, sempre a Genova, e successivamente nell’ottobre 1993, Exacta a Torino; curò qualche convegno tecnico e, quindi, considerato esaurito il suo compito, venne sciolto.
Il 1995 segna un altro passo importante nella storia della nostra Associazione: la trasformazione di ANIE in una federazione e la nascita di un’associazione dell’automazione industriale denominata AMES prima, e AssoAutomazione poi. Con il riconoscimento da parte della Giunta di Confindustria del 25 maggio 1995 e la successiva Assemblea straordinaria dell’Associazione del novembre dello stesso anno, ANIE si trasformò da associazione di “primo livello” suddivisa in 16 gruppi merceologici in una Federazione (la Federazione ANIE) articolata in circa una decina di associazioni di categoria tra le quali AMES Associazione Nazionale Automazione, Misura e Sicurezza nata dagli ex gruppi “automazione e controllo della produzione e dei servizi” e “sicurezza”, il cui primo Presidente fu Sebastiano Ferraris vice direttore di Elsag Bailey. L’associazione era strutturata in due Gruppi: il Gruppo Automazione e Misura ed il Gruppo Sicurezza e Automazione Edifici e nel 1996 rappresentava oltre 90 aziende che occupavano 6.300 addetti e generavano un giro d’affari di 3515 mld di lire.
Le aziende rappresentate da AMES operavano nei mercati dei sistemi, apparati, componenti e servizi dedicati:
■ alla supervisione, regolazione e automazione dei processi industriali, dei servizi e dell’industria manifatturiera,
■ alla strumentazione di misura,
■ all’elettronica di potenza,
■ ai sistemi di supporto (CAD, CAE, CAM ecc.),
■ alla sicurezza ed all’automazione edifici.
Successivamente, con Assemblea Straordinaria del 14 dicembre 1998, il settore automazione si staccò da quello della Sicurezza: nacque così AssoAutomazione – Associazione Italiana Automazione e Misura, una nuova realtà che, attraverso i suoi 6 Gruppi (Azionamenti elettrici, UPS, Telecontrollo e Supervisione Reti, Telematica applicata a Traffico e Trasporti, Misura e analisi e Componenti e Software di controllo) rappresentava 65 aziende del settore.
La cultura dell’automazione
Negli anni l’automazione aveva assunto un ruolo sempre più determinante nella definizione dei processi di produzione. Prima aveva permesso di accelerare la produzione aumentando significativamente i prodotti realizzati nell’unità di tempo, favorendo la produzione di massa. Successivamente aveva consentito di realizzare produzioni molto flessibili con lotti minimi con un notevole risparmio di costi di produzione e la possibilità di offrire una varietà di prodotti sempre più ampia. L’ulteriore passo aveva visto l’automazione alla base del miglioramento della qualità dei prodotti finiti integrando il controllo di qualità direttamente in linea, e del raggiungimento di un livello di protezione degli operatori
impensabile in periodi precedenti grazie all’integrazione dei sistemi di sicurezza all’interno dei processi di controllo e movimentazione.
L’automazione ha avuto anche un ruolo guida nello sviluppo di applicazioni che, oltre ad essere perfettamente rispettose dell’ambiente, sono anche in grado di svolgere un compito specifico in linea con le necessità diffuse di preservare l’ambiente e di gestire al meglio le risorse naturali.
Compito principale dell’Associazione e dei vari Presidenti che si sono succeduti all’inizio del nuovo millennio – Gianfranco Piacentini (Selta) dal 2000 al 2002, Luigi Sacchi (Siemens) nel 2003 e 2004 e Roberto Maietti (Omron) dal 2005 al 2010 – è stato quello di promuovere e sostenere le tecnologie e le esperienze tecnologiche degli associati, attivando un programma di alfabetizzazione riguardo ai benefici e ai vantaggi dell’automazione.
Dal punto di vista culturale, AssoAutomazione ha promosso nel tempo una
serie di iniziative volte a diffondere e divulgare la cultura dell’automazione e l’evoluzione del comparto: organizzando ad esempio seminari, mostre, eventi, e realizzando guide e manuali tecnici.
Quest’ampia opera di diffusione culturale ha avuto alla base un mutamento fondamentale: il passaggio da una disciplina comunemente identificata solo con il processo industriale e la “fabbrica”, alla consapevolezza che oggi l’automazione ha un influsso sempre più pesante sulla società e su tanti aspetti della vita quotidiana delle persone.
Diventa quindi importante avvicinarsi all’utilizzatore finale della tecnologia, e non solo a chi la implementa.
Verso la fabbrica intelligente
La rapida evoluzione tecnologica del settore ha portato recentemente ad una revisione della struttura dell’Associazione tenacemente voluta e realizzata dall’attuale Presidente, Giuliano Busetto (Siemens) – in carica dal 2010 – per consentire di adeguare AssoAutomazione alla realtà dei nuovi mercati. Per un migliore utilizzo dello strumento associativo, si è voluta offrire una più ampia rappresentatività e una maggiore capacità di incidere sullo sviluppo di mercato. Come Associazione è importante concentrare gli sforzi, lavorando come comparto, al fine di supportare la filiera nel suo sviluppo, rafforzare il legame tra le differenti realtà dell’impresa “Automazione” che diano contributo all’evoluzione tecnologica atta alla gestione di processi produttivi flessibili e veloci.
Si è quindi operato l’allargamento del perimetro dell’Associazione dando vita al Gruppo Meccatronica che risponde a una chiara esigenza di integrazione e di trasversalità nell’analisi dei settori, e al nuovo Gruppo sull’Automazione di processo che include la strumentazione, la sensoristica di processo ed i sistemi di controllo a logica distribuita, considerando anche la naturale evoluzione sempre più vicina dei PLC e delle architetture aperte.
Attualmente l’Associazione sta lavorando anche alla costituzione di un Gruppo dedicato alle tematiche relative all’Industrial software che maggiormente consentiranno, in un ottica di Virtual Manufacturing, il legame tra la progettazione e la simulazione e la realizzazione in termini meccatronici ed elettronici dei processi produttivi; e ad un Gruppo sui Data Center che rappresenti l’intera filiera di comparto.
Tutto ciò in un’ottica di sviluppo del concetto di “fabbrica intelligente” legato essenzialmente alla sostenibilità di una produzione che si deve appunto inserire in un contesto che cambia rapidamente e deve quindi evolvere in maniera significativa.
Tale percorso di aggiornamento e sviluppo ha portato nel corso del 2013 al cambio di denominazione dell’Associazione in ANIE Automazione.
ANIE Automazione conta oggi circa un centinaio di aziende associate. La sua struttura, oltre naturalmente agli organismi direttivi, è articolata in diversi Gruppi, che operano nei vari comparti merceologici riguardanti l’automazione:
■ Azionamenti Elettrici,
■ HMI IPC e SCADA,
■ PLC e I/O distribuiti,
■ Misura e Controllo,
■ Telecontrollo Supervisione e Automazione delle Reti,
■ Telematica applicata a Traffico e Trasporti,
■ UPS,
■ Processo Industriale,
■ Meccatronica.
ANIE Automazione studia l’evoluzione del settore e dei mercati di destinazione per fornire ai Soci un quadro costantemente aggiornato e agevolare lo sviluppo del business e opera quale ambasciatore della più avanzata tecnologia incrementando la visibilità delle imprese del settore. L’Associazione offre ai soci servizi qualificati avvalendosi anche della competenza degli esperti che operano nei servizi centrali della Federazione ANIE;
pubblica con cadenza annuale un Osservatorio sul mercato globale di settore con un focus dedicato ogni anno all’approfondimento di un tema di particolare rilevanza per il comparto e realizza guide di carattere tecnico-divulgativo e di approfondimento sulle tecnologie di riferimento.
ANIE Automazione promuove la partecipazione collettiva alle principali manifestazioni fieristiche del settore ed è Founding Partner di SPS IPC Drives Italia. Organizza convegni e seminari di elevato contenuto tecnico-scientifico e tavole rotonde sulle principali tematiche d’attualità d’interesse del comparto. Inoltre promuove e organizza due importanti Forum: Il Forum Telecontrollo – Reti di pubblica utilità, una mostra-convegno itinerante che il Gruppo Telecontrollo, Automazione e Supervisione delle Reti organizza da oltre vent’anni con cadenza biennale, e dal 2014 la mostra convegno itinerante Forum Meccatronica promossa dal Gruppo Meccatronica.
Nel 2013, inoltre, l’Associazione ha lanciato il marchio Telecontrollo che vuole distinguere le Imprese associate inquadrate nel Gruppo Telecontrollo, che si impegnano ad operare nel rispetto dell’ambiente per uno sviluppo sostenibile della “smart community”, un movimento tecnologico, culturale e sociale che sta portando a profonde innovazioni nel modo di pensare, organizzare e gestire le città e le reti del prossimo futuro.